Anche in Svizzera i femminicidi non mancano

Anche in Svizzera i femminicidi non mancano: una strage annunciata fermata all’ultimo momento

La tragedia si è consumata a pochi chilometri da noi, ma poteva diventare ancora più devastante.
Siamo in Svizzera, dove si è verificato l’ennesimo femminicidio che conferma, purtroppo, come la violenza domestica non conosca confini geografici o culturali.

Giulia, 38 anni, è stata uccisa dal suo ex compagno Leo, 41 anni, al culmine di una separazione lunga e difficile.
Una separazione segnata da tensioni, interventi degli assistenti sociali e battaglie legali per l'affidamento del loro bambino di 8 anni.

Ma il dramma non si è fermato lì: Leo ha tolto la vita anche ai suoi ex suoceri, di 68 e 72 anni, forse considerati complici o ostacoli nel suo piano di vendetta.

Secondo quanto emerso, dopo aver commesso i tre omicidi, Leo si è recato a scuola per prendere il figlio.
Fortunatamente, gli insegnanti – in linea con le misure cautelari e di sicurezza – si sono rifiutati di consegnarglielo.
Un gesto di responsabilità che, con ogni probabilità, ha evitato il peggio.

Dopo il rifiuto, Leo si è costituito alle autorità.

Una riflessione che riguarda tutti noi

Questo fatto di cronaca non è solo una notizia da leggere con orrore: è l’ennesimo segnale d’allarme.

Non basta più dire “mai più”: servono sistemi di protezione più efficaci, un lavoro sinergico tra assistenti sociali, scuola, avvocati, giudici e soprattutto un cambiamento culturale profondo.

Chi compie atti simili non è accecato da un momento di follia, ma quasi sempre ha già dato segnali, ha mostrato rabbia, manipolazione, ossessione.

E in molti casi, come in questo, il rischio si conosceva. Il fatto che gli insegnanti fossero preparati e abbiano negato il rilascio del bambino ne è la prova.

AEVV si unisce al dolore e rinnova l’impegno

Come Associazione Europea Vittime di Violenza, ci stringiamo idealmente attorno al piccolo rimasto orfano e a chi resta, portandosi dietro cicatrici impossibili da guarire.

Continueremo a batterci per:
- Il riconoscimento precoce dei segnali di violenza
- La protezione delle vittime e dei minori
- Il supporto psicologico e legale per le famiglie coinvolte
- Un’educazione alla parità, al rispetto e alla non violenza

Chiunque viva una situazione di pericolo, o abbia il sospetto che una persona vicina possa essere in difficoltà, non resti in silenzio.
Parlare può salvare una vita.